Anais Chen violino barocco
Andrea Inghisciano cornetto
Simone Vebber organo
Anais Chen, violino barocco, Andrea Inghisciano, cornetto e Simone Vebber, organo, sono tre specialisti in quel modo di leggere la musica definito con il termine di ‘prassi esecutiva’.
Che cosa significa questa espressione? Semplicemente che gli interpreti cercheranno di suonare le musiche scelte nella maniera più vicina possibile alla loro realtà originale, procurandosi strumenti dell’epoca e leggendo secondo la maniera del tempo (il Seicento, il Settecento o il Cinquecento).
Per esempio: non si ascolteranno melodie con poche note, facili da richiamare alla memoria come una romanza di Verdi, ma melodie piene di notine veloci veloci, rapidissime e quindi eseguite con un grande virtuosismo da parte degli interpreti. Notine improvvisate come fanno oggi i jazzisti che nel Seicento venivano indicate con il termine di ‘diminuzioni’ proprio per il loro piccolissimo valore temporale.
Sentirete poi uno strumento caratteristico, il cornetto, difficilissimo da suonare, ma capace di tener testa in ogni momento al violino, il Re degli strumenti.
Il cornetto è fatto di legno rivestito di cuoio. Una sorta di animale bicefalo, a due teste: con le dita si suona come un flauto, con la bocca come una tromba. Strumento difficile, ma dal suono meravigliosamente morbido. L’organo, invece, per forza maggiore, qui, nella Sala della Filarmonica di Trento, è uno strumento costruito all’inizio del 1900.
Questa è davvero un’occasione d’ascolto particolare: si pensi che nel Cinque/Seicento i suonatori di cornetto erano in assoluto i musicisti più pagati; erano trattati come oggi le star del cinema o dello sport, contesi a suon di denaro da Vescovi, Cardinali e Principi. Si potevano ascoltare solo nelle corti, nelle grandi sale dei Palazzi. E noi, con questo ascolto, possiamo entrare in una delle grandi corti della splendida Italia del Seicento.